La Rabatana di Tursi

A circa 20 chilometri dalla costa ionica della Basilicata, tra il fiume Angri e il fiume Sinni, troviamo uno dei borghi più belli d’Italia: Tursi. Questo piccolo borgo è famoso per il suo particolare ed affascinante quartiere arabo. Stiamo parlando della Rabatana di Tursi, l’antica città fortificata anche conosciuta come la “Tana degli Arabi”. Un luogo surreale fonte d’ispirazione per il fantastico mondo di “Jaramme”, la poesia di Albino Pierro, poeta più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura.

La storia della Rabatana e del borgo di Tursi è legata indissolubilmente al susseguirsi delle dominazioni che si sono alternate in Basilicata e, in generale, in tutto il meridione. Infatti, il paese fu fondato dai Goti intorno al 410 d.C., che costruirono un castello sulla collina dove ora sorge la Rabatana. Quest’ultima fu realizzata dagli arabi saraceni che, intorno all’890 d.C., conquistarono il territorio. La Rabatana è il primo centro abitativo di Tursi, creato proprio dai saraceni.

La Rabatana sorge su una collina circondata da profondi burroni e precipizi e presenta delle caratteristiche architettoniche tipiche dei centri abitati arabi. Il suo nome deriva dall’arabo Ribat, ovvero “luogo di sosta” – “borgo” – “posto fortificato”, ma per alcuni deriva anche da Arabatana, cioè “tana degli arabi”.

La Rabatana di Tursi

Questo perchè il quartiere arabo è raggiungibile dal centro di Tursi solo grazie ad un’ampia e ripida gradinata, è piena di viuzze e cunicoli che si intersecano con le abitazioni, presenta un ricco sistema di grotte e strettoie accessibili solo attraverso le abitazioni. In pratica una fortificazione con chiara impronta saracena!

La gradinata che porta alla Rabatana è davvero particolare. In dialetto viene chiamata “petrizze” e sorge proprio a ridosso degli strapiombi, ma permette di accedere ad una panorama davvero mozzafiato. Un tempo la via d’accesso alla Rabatana era un ponte elvatoio.

Una volta arrivati in cima ci si ritrova sulla strada principale, in arabo shari. Da qui partono le strade secondarie, i darb, e i vicoli ciechi, gli azukka. Del Castello costruito dai Goti rimangono solo pochi resti: solo una torretta. Molto ben conservata, invece, è la Chiesa di Santa Maria Maggiore.

Altra particolarità di Tursi è il numero considerevole di palazzi nobiliari. La maggior parte di questi palazzi storici derivano dalle ricche famiglie, ai tempi proprietarie di latifondi. Nel tempo questi palazzi hanno conservato tutte le particolarità architettoniche. Da visitare ci sono Palazzo Latronico, Palazzo Labriola, Palazzo Donnaperna, Palazzo Santoro e Palazzo Cucari.

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