Il Cimitero delle Fontanelle di Napoli

Il Cimitero delle Fontanelle di Napoli è uno dei luoghi più enigmatici e suggestivi del mondo. Unico nel suo genere, ‘O Campusanto d’ ‘e Funtanelle è un condensato di storia, culto, mistero, misticismo, riti e leggende. Creato nelle cave di tufo del Rione Sanità, da quattro secoli il sito conserva più di quarantamila resti di persone, vittime delle epidemie che hanno colpito la città, dei disastri naturali e della povertà: sono le “anime pezzentelle”. Per anni chiuso e abbandonato, dal 2010 il Cimitero delle Fontanelle è nuovamente accessibile, diventando uno dei punti nevralgici della Napoli Sotterranea.

Lo spazio delle cave di tufo giallo nella collina di Materdei fu utilizzato a partire dal 1656, anno della terribile peste che colpì la città di Napoli. Circa trecentomila le vittime, a cui si aggiunsero quelle del colera del 1836. Inoltre, in queste cave furono portate anche le ossa provenienti dalle “terresante”, ovvero le sepolture ipogee delle chiese bonificate dai francesi, e quelle di tanti altri scavi fatti in città.

Ci sono tre grandi gallerie, chiamate “navate”, data la loro maestosa grandezza: la navata dei preti a sinistra, la navata degli appestati al centro e la navata dei pezzentielli a destra. Sono alte tra i 10 e i 15 metri e lunghe un centinaio, collegate con dei corridoio laterali. L’ingresso è posizionato sul lato destro della Chiesa di Santa Maria Santissima del Carmine.

Cimitero delle Fontanelle   Cimitero delle Fontanelle
 

Cimitero delle Fontanelle   Cimitero delle Fontanelle
Il velo di mistero e misticismo che avvolge il Cimitero delle Fontanelle è dovuto al culto, quasi pagano, che alcuni devoti incominciavano a rivolgere nei confronti dei teschi abbandonati. I fedeli pensarono di “adottare” le anime pezzentelle, quelle abbandonate e bisognose di cure e attenzione, in cambio di qualche grazia. Un ponte tra il mondo dei vivi e l’aldilà, un aiuto reciproco tra poveri e bisognosi. Spesso capitava che al teschio venisse dato un nome e venisse associata una storia.

Di conseguenza anche un ruolo specifico, come nel caso del teschio del Monaco, o meglio “a’ capa ‘e Pasquale“, la cui anima rivelava i numeri del lotto. Particolarmente emblematica anche la “testa che suda“, quella di Donna Concetta: un teschio sempre lucido e umido sul quale non si posa mai la polvere, e famoso per aiutare le donne ad avere figli. Invece, molto forte è la leggenda legata al “Capitano“, celebrità assoluta del cimitero. Si dice che abbia aiutato tantissimi devoti con le sue intercessioni.

Il Teschio del Capitano  Il Teschio di Donna Concetta
Ma come “funzionava” il culto? In pratica il fedele decideva di adottare un cranio. Questo veniva ripulito, poggiato su un fazzoletto ricamato e intorno venivano accesi lumi e candele. Poi si aggiungeva un rosario. L’anima del teschio appariva in sogno e si faceva riconoscere, chiedendo preghiere e suffraggi, anche se la richiesta consueta era “il bisogno di refrisco”. Da qui la classica frase ricorrente nelle preghiere “A refrische ‘e ll’anime d’o priatorio“. In cambio venivano chieste le grazie. Se queste fossero state concesse allora il teschio del defunto veniva sistemato in una scatola ( a volte anche di biscotti) o una cassetta di legno. E qui viene il bello: se il teschio era per così dire “generoso”, si arrivava anche a doverlo mettere in sicurezza chiudendolo in una teca con il lucchetto. Quando tutto ciò non accadeva il teschio scelto veniva abbandonato e se ne trovava un altro, ricominciando il rito.

Nel 1969 il Tribunale Ecclesiastico proibì il culto delle anime pezzentelle e il cimitero cadde nell’oblio. Nel 2002 le cave furono messe in sicurezza e, finalmente, dal 2010 il Cimitero delle Fontanelle è nuovamente accessibile. Aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:00 con ingresso gratuito. Un’esperienza particolare nel cuore di Napoli, un viaggio nel mistero sicuramente affascinante da programmare nel vostro soggiorno nella città partenopea!

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