Erano gli anni ’50, erano gli anni di un’isola ancora sconosciuta. Ischia era nuda e pietrosa, terra di contadini e pescatori dove si viveva con un ritmo di vita che oggi tenderemo ad identificare come “slow”. E proprio a Ischia, nel centro di Forio, si creò quello che in molti hanno indicato come il salotto culturale dell’isola: tra i tavolini del Bar Internazionale di Maria Senese molti artisti ed intellettuali di fama mondiale trovarono rifugio, creando così un centro culturale tra i più importanti del dopoguerra.
Non era ancora il tempo della rete e dei social network. Si viveva immersi nella realtà più assoluta: le partite a carte con gli amici, le discussioni, le idee e la creatività passavano per quelli che erano i momenti in compagnia seduti al tavolino di un bar nel centro del paese. Erano i tempi delle prime chewing gum e del succo di pomodoro, dei bicchierini di vetro da cantina, delle sigarette americane e della cola frizzante nella sua tipica bottiglietta in vetro.

Il primo artista ad arrivare al Bar Maria fu il pittore Eduard Bargheer, seguito poi da Truman Capote, Auden, Moravia, Pasolini, Walton, Gilles, Rosenthal, Elsa Morante, Visconti, De Libero, Bachman, Lyz taylor, Zachary Scott, i principi d’Assia, Pagliacci (in molti dicono che si fermò anche Pablo Neruda,in quanto era solito ad incontrarsi col pittore tedesco Werner Gilles), ma anche artisti locali come Michele Petroni, Gino Coppa e Giuseppe Patalano, in arte Bolivar. Tutti affascinati da quest’isola rurale e da questo piccolo bar, con un vecchio portone e l’insegna in legno, il pergolato colorato dal glicine e il soffitto pieno di quadri e pagine delle riviste straniere, molte delle quali firmate dagli artisti che venivano accolti da Maria. Opere e piccole creazioni lasciate lì, a memoria del loro passaggio, che ancora oggi ci ricordano i tempi che furono (il primo a stabilire quest’usanza fu Joakino Kalkereuth nel ’49).

Al Bar Maria questi artisti trovarono rifugio nella cordialità di Maria e tra quei tavoli trovarono amicizie, divertimento, relax e soprattutto le risposte artistiche che altrove non riuscivano ad avere. Si passavano giornate intere seduti al bar, fino a sera, con il lume delle candele e delle lampade a petrolio ad illuminare le facce, guardando la vita del paese cambiare e l’economia dirigersi verso il turismo di massa. Auden ed Elsa Morante dedicarono anche una poesia al Bar Internazionale e alla figura di Maria ( Nel ’53 Auden scrisse “Il Bar Internazionale”).
Un luogo intenso e ricco di sensazioni dove gente locale e artisti si concentravano come attratti da una forza magnetica. Oggi è cambiato tutto. Ischia è cambiata e con lei anche quel rifugio culturale diventato storia dell’isola. Ma, tra un bicchiere di vino e l’attesa di un caffè, a volte, sembra ritornare a quei tempi. Seduti al posto o al fianco di grandi artisti ed intellettuali, quasi ad immaginare segretamente quelle sere in compagnia, tra sorrisi, barzellette, arte e cultura. Il corso di Forio e Piazza G.Matteotti (la vecchia Piazza Pontone) offrono ancora oggi l’opportunità di fermarsi ed evadere dalla vita frenetica. Le sere d’estate si accende la movida e quei tavolini ricominciano a vibrare con la musica e i sorrisi delle persone: ischitani e turisti che si “mischiano” in piacevoli serate al chiaro di luna, proprio come un tempo.