I Bronzi di Riace sono annoverati tra i capolavori scultorei più importanti e significativi dell’arte greca. Le due sculture bronzee, risalenti a circa 2500 anni fa, furono rivenute nel 1972 sul fondale marino antistante la cittadina di Riace, in Calabria. Dopo vari restauri, oggi è possibile ammirare le due sculture al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
Il fascino dei Bronzi di Riace è dovuto alla loro bellezza straordinaria e all’aura di mistero che li avvolge fin dal loro ritrovamento. Non si è a conoscenza dei loro autori e della provenienza, né tantomeno chi potessero raffigurare. Eroi? Guerrieri? Atleti? Tante sono le domande alle quali gli studiosi e gli archeologi ancora non riescono a dare risposta, ma una cosa è certa: la prima volta che furono esposti nel 1980 tutti rimasero a bocca aperta. Questo perchè i bronzi sono le più belle tra le poche statue bronzee del periodo ellenico pervenute intatte fino ai giorni nostri, insieme all’Auriga di Delfi, al Cronide di Capo Artemisio e al Satiro Danzante di Mazara del Vallo.
Il mistero avvolge anche il loro viaggio nel tempo, rendendoli leggendari, protagonisti del loro oblio e di chissà quale avventura. Una volta ritrovati furono trasportati e restaurati presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, per poi essere esposti al Museo Archeologico di Reggio Calabria. Gli esperti le attribuirono a periodi e artisti diversi. Erano adornati con colori sgargianti e oggetti quali scudi, lance ed elmi. Questi ultimi particolari sono andati dispersi, come molti pezzi del puzzle che compone la loro storia.
I Bronzi vengono normalmente chiamati “statua A“, il giovane, e “statua B“, il vecchio. Ma, curiosamente, la statua soprannominata “il giovane” è meno recente rispetto al “vecchio”. Secondo recenti studi, il bronzo A è visto come rappresentazione di Tideo, un feroce eroe dell’Etolia, mentre il bronzo B è immagine di Anfiarao, un profeta guerriero. Sono alte rispettivamente 1,98 e 1,97 metri, con un peso di circa 160 kg e uno spessore di 8,6 mm per il giovane e 7,5 per il vecchio.
Il Bronzo giovane (A) è famoso per la sua barba raffinata, con quelle ciocche sinuose, e la sua capigliatura legata con una fascia. La sua bocca è in rame con 5 denti laminati in argento. Gli occhi hanno ciglia in lamine di bronzo e cornee in avorio. Le iridi, andate perse, erano molto probabilmente in pasta vitrea o pietra preziosa. Il Bronzo vecchio (B) si presenta con una testa più liscia, molto probabilmente perchè dotata di un elmo corinzio. Anch’esso ha le labbra in rame e conserva un solo occhio provvisto di cornea in marmo bianco.
I Bronzi di Riace sono famosi anche per alcuni particolari anatomici riprodotti accuratamente. Parliamo delle vene subcutanee nelle mani e nei piedi, dei capezzoli (lavorati a parte e applicati successivamente) e il pene, considerato da molti sproporzionato rispetto al corpo. Questo particolare risponde ad un canone estetico dell’antica Grecia, quando nella rappresentazione maschile tesa alla perfezione questo particolare anatomico veniva minimizzato. La convinzione era che un membro di grandi dimensioni fosse volgare e strettamente riconducibile alla rappresentazione di barbari e schiavi. Secondo alcuni è un po’ come accade oggi per le modelle, le quali non hanno grandi forme anatomiche femminili.
Mistero e fascino per queste due opere assolute custodite nel Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, dove basteranno solo 5 euro per assicurarsi la visita. Se siete di passaggio per lavoro o soggiornate in città perchè in vacanza non esitate e programmate la vostra visita per ammirare i Bronzi!